Dopo averlo presentato nelle pagine del blog qualche mese fa (vedi qui) , adesso che l’ho letto, posso anche esprimerne un giudizio completo.
Il calciatore di cui si narra è una vecchia conoscenza dei tifosi bianconeri (che l’hanno avuto come avversario nei derby degli anni ’70), e un idolo dei tifosi granata: Patrizio Sala.
Da non confondere con l’altro Sala (Claudio, il “Poeta del gol”): diversi erano i ruoli, diverse anche le personalità.
Patrizio era un mediano (grinta e tecnica), carattere mite, leale e schivo verso i media (i giornali in primis).
“Sventolino” (questo è il soprannome che gli diedero i suoi compagni che – affettuosamente – gli tiravano le orecchie per festeggiare un suo goal) è stato un elemento fondamentale di quel Torino, capace, nel campionato 1975-76, di vincere uno scudetto.
Per poi, nel corso della stagione successiva, contendere il primato ad una strepitosa Juventus, vincitrice (quando ancora si assegnavano i due punti a vittoria) dopo un testa a testa mozzafiato proprio con i granata (51 punti contro i 50 dei torinisti).
Partecipò anche alla spedizione in Argentina della Nazionale italiana, in una squadra mista di campioni bianconeri e granata.
Di umili origini, conciliò – fino a quando gli fu possibile – il lavoro da operaio in diverse officine (nell’ultima produceva manici per secchi) con la passione (che divenne, successivamente, professione) di calciatore.
Poi, il grande “salto”: prima il Monza (proveniva da Bellusco, nelle zone della Brianza), dopo il Torino.
A soli vent’anni.
Non perse (e non volle mai perdere) le radici con le sue origini: non dimenticò gli amici ed ebbe sempre un pensiero verso i propri familiari, anche quando gli stipendi dei calciatori – in quell’epoca – non avevano certo la stessa incidenza, nella vita di tutti i giorni, pari a quelli attuale.
Un punto del libro mi ha colpito in modo particolare: quando il padre, per evitare che Patrizio chiedesse alla società dei biglietti gratis per lui, pagò il biglietto per se stesso e per le sorelle del giocatore, e guardò la partita giocata dal Torino contro l’Inter di Boninsegna, Facchetti e Mazzola dagli spalti del vecchio Comunale.
In mezzo alla folla.
Senza dire nulla a “Sventolino”.
Questa è classe.
La storia è dolce, come dolce era la persona di cui si parla.
Un racconto denso di calciatori, campioni e personaggi visti dal loro lato più umano, da quel “dietro le quinte” che spesso, a noi tifosi, manca.
E senza il quale, in alcune occasioni, finiamo con l’esprimere giudizi poco obiettivi.
Scrivo questo post come omaggio non soltanto al giocatore, ma anche all’autore di questo bellissimo libro.
Chi mi segue conosce il rapporto d’amicizia che lega questo blog a quello di Antonio Cracas: scrittore di successo (Raishja è l’altra sua opera), tifosissimo granata.
Lo conobbi, un giorno, leggendo un suo articolo su “La Stampa”.
Lo riportai nel mio blog precedente, in un post al quale diedi il titolo “Un esempio di sportività”.
Da subito mi accolse nella sua cerchia di amici blogger.
Questo libro, non potendolo comprare direttamente nei negozi di Torino indicati nel sito e non avendo voglia di ordinarlo via internet, l’ho richiesto da un negoziante del mio paese.
Mi è arrivato pochi giorni fa.
Vederlo in casa, sul tavolo, dopo averne parlato per tanto tempo, ha rappresentato – per il sottoscritto – una piccola emozione.
Il libro non l’ho pagato: ha deciso così mio padre.
L’ha ritirato lui, e non ha voluto gli lasciassi il corrispettivo del prezzo in denaro.
Ha fatto questo in omaggio all’amicizia che uno scrittore affermato ha concesso, senza remore, a suo figlio.
Un blogger qualunque.
Per di più juventino.
Zebrabianconera, mi hai commosso, grazie!!
Ho telefonato a Patrizio che oggi (vista l’interruzione del campionato) è a casa sua a Monza. Gli ho parlato di questo tuo post, e lui, non avendo dimestichezza con il computer, (per certi versi è un uomo d’altri tempi) mi ha chiesto di leggere quanto ha scritto. Ho percepito la sua commozione quando mi ha detto: “Tu che sei bravo con il computer, me lo ringrazi questo ragazzo? – poi ha aggiunto – digli anche che nonostante abbia militato e sia legato in modo viscerale al Toro ho un figlio tifoso della Juve. E che mi fa enormemente piacere sapere che ci sia un altro ragazzo Juventino che metta in primo piano gli aspetti umani a scapito del tifo, talvolta cieco. Così come ho sempre fatto anch’io con colleghi, amici e figlio.”
Credo che non sia il caso d’aggiungere altro da parte mia, se non un abbraccio e tanta riconoscenza.
Patrizio Sala e Antonio Cracas
Caro Antonio,
il fatto che tu avessi scritto questo libro su un giocatore di quel Torino, e non sulla squadra in generale, mi aveva colpito.
E incuriosito.
“Deve avere qualcosa di particolare, quella persona”, pensai.
Infatti…
Complimenti ancora, a te e Patrizio.
Un “grazie” di cuore a voi 🙂
eh.. mai dire mai.. 😉
un abbraccio!
Lo scrivo per chi magari può non capire: mi hai lasciato una risposta ad un commento che ho inserito nel tuo blog, in un post dove parlavi dell’intervento del legale di Moggi circa una possibile restituzione degli scudetti tolti alla Juve 🙂
Un abbraccio!
Questo deve essere il vero calcio!
Si può tifare in modo viscerale per due squadre diverse, ma bisognerebbe poter andare allo stadio insieme, seduti a fianco, con la stessa naturalezza con la quale si va a bere qualcosa insieme.
Credo che persone come Sala ci insegnino anche questo: il fuoco nelle vene per una squadra, ma il rispetto per l’altra persona più importante di ogni altra cosa.
Grazie per questa bella recensione e per i post di risposta dell’autore.
Dispiace vedere che il mondo sta andando da un’altra parte: questo post non verrebbe capito dal 90% dei tifosi, e dalla quasi totalità dei giornalisti e commentatori che vivono sulla polemica e sul turpiloquio.
Speriamo che queste isole di sportività e di “bel pensiero” si allarghino sempre di più.
Grazie ancora Zebra …. non l’avrei mai detto prima, ma con persone come Sala mi tocca sperare che il Toro si salvi, persone come lui lo meritano!!!….
Piccola premessa: l’amico Zebrabianconera, per me, è un specie di talent scout per le persone straordinarie che si possono trovare in rete.
E’ bravo a scovarle, non so bene come faccia, ma ogni sua segnalazione vale oro.
In questo caso, complimenti sinceri ad Antonio Cracas per la bella storia che racconta in questo libro.
Patrizio Sala giocava per il Toro e questo è un piccolo “covo” di juventini? Nessuno problema, le belle storie di calcio e gli uomini di valore troveranno sempre spazio nel cuore di noi tifosi veri.
Un giorno Gianni Rivera ebbe un incidente automobilistico, una piccola cosa, proprio a due passi dal mio paese. Io ero ancora un ragazzino, tifoso della Juve, mentre quel giovanotto di Alessandria già militava con successo nella squadra rossonera. Rivera dovette fermarsi nel nostro Bar, forse per fare una telefonata, ora non ricordo bene. Ciò che ricordo perfettamente fu la folla che, a poco a poco, arrivò per vedere il calciatore: tutti gli uomini della nostra comunità. Non si trattava di semplice curiosità, anzi, molti avevano addirittura dovuto interrompere le proprie attività lavorative per poter presenziare. Era, semplicemente, una manifestazione di rispetto nei confronti di un grande campione. Ciò che mi stupì, lo ricordo benissimo, fu il silenzio. Stavano tutti zitti e guardavano Rivera, pendevano quasi dalle sue labbra. Stavano zitti anche i più grandi Commissari Tecnici della Nazionale che il nostro Bar abbia mai annoverato. E non erano tutti milanisti.
Ora vorrei dire un paio di altre cose.
Leggendo frequentemente questo blog, mi sono tante volte reso conto della competenza calcistica di molte delle persone che vi lasciano commenti.
Mi sono anche reso conto che, come Zebrabianconera10, sono molti gli appassionati di calcio che sanno cosa significa rispettare gli avversari e riconoscere il valore di chi milita in altre squadre.
Il libro di Antonio Cracas, infine, lo sto leggendo.
E mi piace.
Ma non è solo per il suo contenuto che l’ho regalato a mio figlio.
Che belle parole, STILEJUVE: grazie!
Sono sicuro che all’autore del libro e a Patrizio Sala faranno molto piacere.
Complimenti per i pensieri che hai avuto.
No, MASSIM: non sono un talent scout.
Sono alla ricerca di un continuo miglioramento personale, e per farlo ho necessità di avere, intorno a me, i “migliori”.
Ne ho trovati diversi: tu sei uno di quelli a cui sono legato maggiormente.
Appunto… 😉
Grazie papà.
Hai impreziosito il post con il tuo commento.
E vedrai che il libro ti piacerà: è scritto da una grande persona 🙂
Un abbraccio a tutti!!!
L’amore per una squadra è una cosa fantastica in quanto irrazionale. Tocca corde emotive, rievoca ricordi, crea senso d’appartenenza. Tuttavia la sensibilità, il rispetto per il prossimo non deve mai mancare, dev’essere il buon senso e l’intelligenza, in questo caso, ad intervenire. Ed è proprio in qualità di tifosi che si dovrebbe comprendere l’amore verso altri colori, perché è la passione il comune denominatore che ci unisce tutti.
Per quanto mi riguarda, ho avuto la fortuna d’avere un padre juventino che non ha mai disprezzato il Toro. Anzi, essendo un torinese doc, vecchio stampo, aveva nel cuore prima la Juve e poi il Toro. Tant’è, che (per la disperazione di mia madre) aveva l’abbonamento di tutte e due le formazioni torinesi: in pratica tutte le domeniche era allo stadio. Purtroppo ho perso il babbo a soli 23 anni: mi manca ancora, tanto. Ora capite anche il perché non riesco ad odiare la Juve, pur amando profondamente il Toro.
Grazie “Zebra” e grazie ai tuoi magnifici ospiti per quello che avete scritto. Mi verrebbe quasi voglia di aprire un blog per tifosi “giusti” in cui si possa esaltare e discutere delle proprie formazioni, con positività d’intenti e rispetto per tutti, pur esprimendo le proprie critiche. Immagino
quante critiche potrebbero fare gli scalmanati nei confronti dei gestori di questo spazio virtuale, ma penso anche che potrebbe essere un bel esempio di civiltà, dimostrando che pure il calcio (come il rugby) potrebbe unire anziché dividere.
Un abbraccio bianconero-granata a tutti voi
:))
Grazie ancora
Antonio Cracas
Caro Antonio, ti capisco benissimo. Noi torinesi (lo sono orgogliosamente anche se non abito più in Piemonte da sei anni) abbiamo la fortuna di avere in città due squadre con alle spalle delle storie straordinarie.
Per me, e sono certo per molti altri, è impossibile dimenticare di togliere il cappello davanti al cippo di ricorda Gigi Meroni in corso Re Umberto, così come ricordare con affetto Gaetano Scirea. Giocatori che con le loro magie in campo hanno reso famoso il calcio che si gioca a Torino. Basterebbe che ognuno di noi avesse sempre presente questo pensiero per non trasformare la sana rivalità sportiva in stupide guerre dentro e fuori dalla stadio.
Verissimo Massim.
Patrizio mi ha raccontato quanto Gaetano (non per retorica in quanto ci ha lasciato) fosse un’ottima persona, oltre che un grande atleta. Pat lo ricorda con affetto ed ha voluto che lo citassi nel suo libro.
Ciao carissimo, a presto
Il calcio per molti versi può essere visto come una metafora della vita o comunque un ottimo pretesto per raccontare storie di uomini o periodi storici.
Tifare vuol dire amare qualcuno o qualcosa e non ha niente a che vedere con l’odio. Chi non sa rispettare gli avversari, ammettendo naturalmente gli sfottò e le gogliardate naturalmente, non può nè deve avere niente a che fare con lo sport.
Dalle belle parole che hai espresso per il libro, farò in modo di leggerlo, sopratutto perchè racconta la vicenda di un uomo a tutto tondo con le sue virtù ma anche i suoi problemi quotidiani. Una vicenda spesso lontana anni luce dai giocatori patinati del giorno d’oggi.
ANTONIO e MASSIM: avete continuato, come meglio non si poteva, questo post.
Sono io a dovervi ringraziare di cuore 🙂
Così come faccio per Ale: complimenti per il tuo commento.
Il resto… via mail… 😉
Un abbraccio a tutti!!!
Condivido Ale!
Ricordo quando Toro e Juve lottavano entrambi per lo scudetto e per per l’Europa. Così come ricordo alcuni sfottò, straordinari per la loro ironia. Come sempre, c’era chi esagerava, ma concordo: lo scherzo, la sana rivalità è il sale dell’agonismo sportivo. Poi finita la gara sarebbe straordinario bersi una birra davanti ad una pizza discutendo di valori tecnici, di calcio, di sport, come avviene in altre discipline sportive.
Purtroppo il calcio è strumentalizzato dai media: bisogna fare odience, bisogna vendere giornali, e per ottenere il massimo risultato ci va la rissa, verbale o peggio fisica. Basta vedere come hanno cercato di montare il caso Cassano con Lippi, aldilà che il calciatore barese possa meritare o meno la Nazionale, l’hanno buttata quasi sull’ordine pubblico riguardo lo svolgimento della gara a Bari.
Questo è il problema, non la passione per questa o l’altra società.
Grazie a tutti Voi (in modo particolare a Zebra visto che ci dà lo spazio virtuale) per questo confronto civile tra persone che hanno valori condivisi pur amando casacche storicamente avversarie: Tutto questo, per me, è una vera boccata d’ossigeno!
Un abbraccio, con la speranza che il calcio possa diventare sempre più uno sport e sempre meno uno strumento per dividere i giovani.
Buona notte.
Antonio
Eh Antonio, purtroppo l’attuale giornalismo, non solo sportivo, è figlio della società. Non è solo per questioni di notiziabilità di un fatto, ma proprio per la pretesa del pubblico di toni accesi, nel quale sfogare un po’ delle frustrazioni quotidiane, che si parla sempre di quello che non va.Sarebbe bello se i giornalisti fossero tutti liberi e coscienziosi oltre che coscienti che alimentare polemiche inutili, trite e ritrite, non è un buon servizio per un pubblico che ha anche bisogno di essere nutrito di buoni esempi. Il calcio, proprio per la sua dimensione popolare, è quello che si presterebbe di più come esempio da seguire e a volte fa male vedere come è malamente sfruttato.
Tornando al tuo Toro, beh, avete valori tecnici superiori alle ultime cinque in classifica e quindi spero, naturalmente non prima dell’ultima giornata, che vi salverete. Togliermi il piacere di provare l’emozioni di un derby non vale il gusto di qualche sfottò in più.
p.s. per Zebra, sono lo stesso Ale del post su Cassano. L’email che ho utilizzato in questo post e nel precedente è corretta. Sono sempre un po’ prudente per questioni di spam.
Un abbraccio ad entarmbi 🙂
Ps: ok, ALE 😉
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Thank you very much 🙂
Vedi Zebra, sei pure internazionale!
Grande!
Buona settimana.
Hai visto Antonio? 😉
Buona settimana anche a te!
Un abbraccio!