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Trovato in rete.
Da gustare sino alla fine 😀
Forza Juve!!!

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Furino_Juventus_1977-78

Noi siamo la Juventus. Siamo diversi dagli altri. Siamo unici. Dopo qualche mese, torno a creare un video. Sulla Juventus, appunto. Sull’amore della mia vita.

La Juventus si ama o si odia, non ci sono alternative. Non può essere simpatica, e chi prova a farla diventare tale, finisce con essere antipatico a chi la ama davvero. Essere juventini significa conoscere soltanto due verbi: partecipare e vincere. La Juventus è storia, leggenda. La sua maglia pesa chili, non grammi. Chi la indossa, sa che non esistono giustificazioni: un secondo posto è una sconfitta. Chi la guida, non può parlare di progetti, chiedere tempo. Si entra in campo con un unico obiettivo: se non lo si raggiunge, non esiste la parola “pazienza”, ma la rabbia per riprovarci al più presto.

Meglio perdere con “uno dei nostri”, che farlo con uno “sconosciuto”. Ecco spiegato il perché buona parte del popolo juventino si è buttato tra le braccia di Ciro Ferrara, e ha invece guardato, quasi da subito, con distacco Ranieri e il suo modo di operare. Si preferisce un giovane della casa madre ad un giocatore proveniente da altri lidi del quale non esistono certificazioni del suo valore calcistico. La Juventus è una famiglia, essere juventini è un segno di riconoscimento.

L’unico modo per distruggerci è stato quello di creare una farsa, alla quale è stata data anche un nome (Calciopoli): vi è andata male. Ci avete danneggiato, ma ci siamo ancora.

“Combi-Rosetta-Caligaris”, “Zoff-Gentile-Cabrini”, Furino, Scirea, Boniperti, Sivori, Zidane, Del Piero, Roberto Baggio… Si potrebbe continuare per ore. Tranquilli, è questione di tempo: stiamo tornando.

Siamo la Juventus: ci dispiace per gli altri…
Buona visione

logojuvenews
Questo post lo puoi trovare anche su juvenews.net, nella sezione Passione Juventus

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“…L’ho visto volare leggero come un angelo, quando aveva la faccia da putto. L’ho visto inventare un tiro che è diventato solo il suo e lanciarsi tra i grandi ancora ragazzo. L’ho visto segnare con la sua squadra soprattutto nelle partite che contavano, negli scontri diretti, nelle finali in giro per il mondo.

L’ho visto arrabbiarsi e digrignare i denti se c’era un principio da difendere e chinare la testa se il suo bene non era quello dei compagni. L’ho visto lottare contro gli egoismi, anche contro i suoi, perché crescendo ha capito cosa voglia dire il gruppo. L’ho visto parlare di valori e comportarsi di conseguenza.

L’ho visto inciampare e poi cadere . L’ho seguito mentre si rialzava a fatica. L’ho visto lottare contro allenatori e mal di pancia nervosi. L’ho visto amare la maglia azzurra e non riuscire a farlo capire. Poi l’ho visto portarci a Berlino.

L’ho visto capire che le cose cambiano, modificare il gioco, segnare 11 gol di seguito su rigore se il rigore poteva essere il massimo da dare alla squadra in quel momento. L’ho visto adattarsi dove non voleva , sacrificarsi facendolo ricordare. L’ho visto umile e l’ho visto presuntuoso. L’ho visto soffrire quando ha sbagliato. L’ho visto uscire in smoking bianco, immacolato, da una discarica.

Non l’ho visto mollare, mai. Non ho mai letto di lui sui giornali degli scandali. Ieri sera l’ho guardato mentre si sedeva in panchina, con il broncio di chi vuole giocare. L’ho visto applaudire i compagni per i gol che segnavano, esultare per la squadra. L’ho visto entrare in campo senza riscaldamento, lui che non è più un ragazzino. L’ho visto strillare al ragazzo che parlava troppo, perché ci vuole rispetto. L’ho visto segnare una punizione da artista e un rigore da ragioniere. Sono contento di aver visto Alex Del Piero fare tutte queste cose. Alex Del Piero è un bell’esempio per i miei figli.”

Fabio Caressa

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Riprendo a scrivere di calcio, attraverso l’utilizzo di due video trovati in rete.

Nel primo, si può vedere la ramanzina che ieri mattina Ranieri ha fatto alla squadra dopo la partita casalinga giocata col Chievo.
A fine video, evidenziato da una freccia, viene mostrato l’arrivo in campo di Del Piero che, come di consueto ogni qualvolta riprendono gli allenamenti, è rimasto a lavorare in palestra.

C’è chi ha “ricamato” parecchio su questa sua assenza durante il discorso di Ranieri.
Non ho particolari strumenti per valutarla.
Da tifoso, pur adorando il Capitano, in quel particolare momento avrei avuto piacere fosse presente con i compagni.

Nel secondo, viene intervistata una vecchia conoscenza bianconera: il cileno Marcelo Salas.
Di passagio a Torino (tornerà ad assistere a Juventus-Inter), è venuto a salutare gli ex-compagni.

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